Perché dire semplicemente NO a volte non basta? – Brescia Love & Sex Febbraio 2021
Perché dire semplicemente NO a volte non basta?
In questo articolo voglio condividere con voi l’esperienza, e la domanda, che mi ha fatto una giovane ragazza rispetto a dei momenti che si è trovata a vivere durante l’intimità.
La domanda
“Mi è capitato di trovarmi in situazioni un po’ spiacevoli in cui un mio semplice NO, alcune volte, non è bastato. Ovviamente non sono rimasta lì, ma ho dovuto levarmi dalla situazione. Oltre al mio disagio, mi sono trovata con un partner che si è sentito offeso dalla mia reazione di terminare il rapporto. C’é un modo per declinare senza essere costretti a togliersi dal momento di intimità e senza sentirsi in colpa?”.
Confrontandomi con altre ragazze, ho scoperto che questo non è un caso isolato. Purtroppo sembra essere un’esperienza molto condivisa, quindi vediamo di fare un po’ di chiarezza.
UN NO È SEMPRE UN NO!
Questo è un concetto che vale per tutti in tutte le situazioni. Impariamo (e insegniamo al partner, se non lo sa) che la vita sessuale si basa sempre sul consenso. In qualunque momento posso rifiutarmi di fare qualsiasi cosa, anche quelle che magari ho già fatto in precedenza, liberamente. Insistere, non è mai la strada corretta. Nella coppia deve esserci una buona comunicazione. Provare cose nuove va bene, ma deve essere sempre una situazione decisa da entrambi. Non possiamo riportare nella vita reale situazioni viste nei film o lette nei libri. La ricerca del nostro piacere non può e non deve andare oltre il rispetto dell’altra persona.
Colpa?
Dalla domanda della ragazza, emerge però anche un’altra situazione. Lei mi chiede se esiste un modo alternativo per respingere la proposta senza dover porre fine al momento e senza sentirsi in colpa. Sicuramente esistono vari modi per far capire che non ci va di vivere questa esperienza, allontanandoci o svicolando dalla situazione, ma il problema sta alla base. Dire semplicemente: «no, non mi va» non dovrebbe essere vissuto come un problema. L’attività sessuale può continuare normalmente, anche se alcune richieste vengono negate. Il piacere dovrebbe derivare dalla condivisione del momento con l’altro e non essere strettamente legato a specifiche pratiche. Addirittura il partner si sente offeso se l’unico modo che la sua compagna ha per uscire da una situazione non voluta è andarsene. Non si tratta di offendere nessuno, ma di avere rispetto per se stessi. Tutta questa situazione però fa sentire lei in colpa rischiando di portarla, nei rapporti successivi, ad assecondare alcune richieste per non passare da guasta feste e rovinare nuovamente il rapporto. Le priorità cambiano e la ricerca del piacere del partner diventa più importante della sua. Il sesso quindi non è più un momento piacevole da vivere in coppia, ma viene vissuto come una costrizione.
Come evitare tutto questo?
Partendo dal presupposto che andrebbe fatta a tutti una buona educazione al consenso, una coppia nel suo piccolo risolve questi problemi comunicando. Non bisogna avere paure di esternare le nostre sensazioni, i nostri pensieri e le nostre emozioni. Fidatevi che quando rendiamo i partner partecipi dei nostri disagi e delle nostre preoccupazione molte situazioni si risolvono facilmente e velocemente; ma ricordiamoci bene che un no è sempre un no!
Questa domanda è arrivata da una ragazza, ma potrebbe essere stato anche un ragazzo a farmela. Non pensiamo che i ragazzi non vivano queste sensazioni di disagio. Su di loro si aggiunge lo stereotipo dell’uomo macho che ha sempre voglia di avere rapporti e che se si rifiuta o vuole rallentare in certe situazioni, non è un vero uomo. Ma poi cosa vuol dire essere un vero uomo? Domanda complessa ma che non trova sicuramente la risposta nei nostri atti sessuali.
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